Insegnanti: "Dall’emergenza al metodo"

Per Compagnia delle Opere sull’abilitazione e il reclutamento dei docenti si gioca il futuro di una generazione. E del nostro Paese.

Anche per la scuola si annuncia un autunno decisivo: il governo presieduto da Mario Monti ha messo in agenda due delle questioni decisive: l’abilitazione e il reclutamento degli insegnanti.


Abilitazione

L’avvio di una nuova strada per l’abilitazione all’insegnamento con i TFA è un segnale positivo, nonostante i tanti errori ed incidenti che ne hanno segnato il percorso:
- È fondamentale che il primo ciclo di TFA giunga in porto.
- È allo stesso modo importante che il Ministero predisponga per tempo (e con maggior attenzione e trasparenza rispetto a quanto fatto finora) le procedure e i contenuti delle prove per avviare un secondo ciclo di TFA.
- Nel breve periodo occorre adottare da subito un criterio di ragionevolezza nella preparazione dei futuri test d’ingresso, evitando il nozionismo, calibrandoli in rapporto al percorso formativo degli studenti e curandone attentamente la correttezza.
- Nel frattempo bisogna procedere con l’attivazione del TFA speciale per gli abilitandi con tre anni di insegnamento, da affiancare a quello ordinario.
- Nel lungo periodo va eliminato il test preliminare, utile in una fase “emergenziale”, non più “a regime”. Analogamente, si sganci la programmazione degli accessi dal fabbisogno, legandola esclusivamente all’offerta del sistema universitario.


Reclutamento
Lo statalismo e il centralismo devono cedere il passo all’autonomia e alla responsabilità di altri soggetti più vicini e attenti alle esigenze dei cittadini. Il ministro Profumo, nell’annunciare l’imminente concorso, ha dichiarato che è giunto a tale decisione «per favorire l'ingresso nella scuola di insegnanti giovani, capaci e meritevoli». Perché queste dichiarazioni non rimangano solo sulla carta:
- Bisogna consentire sia a coloro che stanno attualmente affrontando le prove del TFA, sia a coloro che fruiranno dei TFA speciali, l’accesso con riserva alle prove concorsuali, rivedendo da subito i criteri per la valutazione.
- Questa è una delle condizioni per ripensare, nel lungo periodo, l’intero sistema di reclutamento.

C’è in gioco in queste vicende non “solo” il destino professionale di migliaia di persone, ma la possibilità che i nostri ragazzi abbiano di fronte a sé, accanto a docenti con esperienza e maturità, insegnanti giovani, preparati, motivati e appassionati, in modo tale da ristabilire un equilibrio generazionale che riavvicini l’Italia ai livelli europei.

Siamo disposti fin da subito a collaborare con il Ministero e con tutti i soggetti in campo: per il futuro di una generazione. Per il presente del nostro Paese.

Compagnia delle Opere